Post in evidenza

Top 100 International Blogs

http://en.bab.la/news/top-100-international-exchange-experience-blogs-2016 Thanks to everyone that voted for me! 11 out of 100, I think it...

sabato 20 agosto 2016

20 Agosto, un anno dopo

A chi mi chiede come è andata di solito rispondo "è stata un'esperienza fantastica, tra alti e bassi ma nell'insieme stupenda." 
La maggior parte delle volte la conversazione termina o si sposta su un altro argomento, un po' perché le persone veramente interessate sono poche, un po' perché non sono capace di spiegarti cosa abbia significato per me un anno all'estero. Non ci sono parole per descrivere la montagna russa di emozioni che ho provato. Tutte le piccole cose che sono riuscita a fare sono state vere e proprie conquiste. Ricordo ancora la prima volta che sono riuscita a pronunciare una frase di senso compiuto in olandese, o quando mi sono ritrovata a fare l' "interprete" tra un commesso della Nike e una turista italiana ad Amsterdam, mentre le mie amiche della classe di filosofia mi guardavano quasi fossi un'aliena. 
Ci sono momenti in cui tutto qua in Italia sembra uguale, piatto, quasi come se un anno fosse una parentesi sognata. Poi però mi tornano in mente i ricordi, le sensazioni provate e sento un po' di malinconia mista a felicità per quello che comunque è stato.
Ci sono attimi che vorrei poter rivivere, altri che preferirei cancellare, perché non è stato tutto in discesa. Sono però i momenti come quelli che mi hanno insegnato di più, mi hanno fatto capire su chi potevo contare, di chi dovevo imparare a fidarmi. Ho incontrato persone meravigliose, un popolo aperto e accogliente,il cui modo di vivere mi sento un po' adesso scorrere nelle vene. Ho trovato moltissime famiglie nel mio paese ospitante, dalla mia hostfamily, alla mia classe, al mio gruppo di amiche. Soprattutto, però, ho trovato quella degli exchange students, con cui ho potuto condividere i momenti più belli ma anche quelli più tristi.
Se questo anno è riuscito lo devo anche ai miei amici italo-olandesi come li chiamo ormai io. Sono loro che mi hanno fatta sentire a casa lontana dall'Italia. È insieme a loro che mi sono cimentata in un remix assurdo di canzoni italiane al primo campo di orientamento, è con loro che ho riso fino alle lacrime in una stanza di un club per anziani in cui abbiamo fatto un pranzo natalizio come ce ne sono pochi, con piatti di tutte le regioni, dalle melanzane alla parmigiana, ai tortellini in brodo cotti in vaso che rimarranno nella storia, alle lasagne la cui cottura è stata a dire poco travagliata.
La cosa che mi manca di più è il mio sentirmi parte di un qualcosa di speciale, di rappresentare in qualche modo l'Italia in Olanda. 
Sono qui, a distanza di un anno dalla partenza felice per tutto quello che ho vissuto, con la consapevolezza che casa non è più in nessun luogo, ma in un abbraccio di tutte le mie famiglie, che mi hanno regalato un qualcosa di inspiegabile, e che mi fa venire i brividi ogni volta che chiudo gli occhi e ci penso.








lunedì 25 luglio 2016

"Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita."

È come se, a un certo punto, tutte le mie sicurezze sul ritorno fossero crollate. 
Mi sono ritrovata così, a poco più di due settimane dal rientro in patria, in lacrime. Lacrime di consapevolezza, perché solo ora mi rendo conto di ciò che ho veramente vissuto. Un po' anche di tristezza, perché mi manca la mia vita da exchange, mi mancano le mie sorelline, le mie amiche olandesi, il dover prendere la bici e pedalare per un'ora per raggiungere la stazione, perdere il treno perché NS è quasi sempre puntuale,e io eternamente in ritardo.
Sento nostalgia di quei treni che mi portavano ovunque, che fosse stata una festa al nord dell'Olanda, una serata tranquilla con una delle mie migliori amiche vicino Roermond o un'università sperduta in Zelanda.
E sarà forse che oggi era pure il compleanno di mia mamma e quindi sono pure malinconica. Mi immagino cosa si saranno inventate Victoria e Valerie per sorprendere la festeggiata, assaporo uno di quei tanti vlaai mangiati durante i compleanni della mia numerosissima famiglia ospitante. 
E nel mio essere lontana, nel mio provare malinconia, trovo in me anche una gioia , che solo alcune persone possono comprendere. Perché questa tristezza in qualche modo mi rende felice, significa che sono riuscita a trovare una nuova casa, una nuova famiglia, in un luogo, per fortuna non troppo lontano, che farà sempre parte di me.
Quando sono partita non riuscivo a realizzare che la mia esperienza fosse finita. Vedevo vicino a me Michela e Katrin incredule e sconvolte da questo ritorno e per quanto cercassi di immedesimarmi nelle loro emozioni e sensazioni, per trovare una parola di conforto, non ci riuscivo. Per me non stava finendo, non poteva essere vero. Solo adesso mi rendo conto di essere tornata. Fino a questo momento alle molteplici persone che mi hanno domandato come fosse stato il rientro,sono riuscita solamente a dire: " è stato strano". Ora però sto veramente realizzando e mi sto facendo un'idea di cosa succederà da qui in poi. Spero prosegua per il meglio e cerco di ripetermi ciò che ha detto Chillo in aereo: "La fine di qualcosa è sempre l'inizio di qualcos'altro."




venerdì 8 luglio 2016

Home is where your heart is.

"Un abbraccio. Un sorriso.  Fiumi di parole da pronunciare ma solo silenzi da ascoltare."320 giorni fa circa, in viaggio tra Pisa e Roma,scrivevo queste parole prima di partire per la mia grande avventura. Quasi un anno dopo,mi ritrovo a mille km da casa, provando le stesse sensazioni. Solo che ora so cosa mi aspetta, so di tornare alla mia vecchia vita italiana. Purtroppo sono a conoscenza anche del fatto che dovrò lasciare questa vita costruita con fatica e dedizione, tra paura e coraggio. Mi pare tutto strano. Ultimo viaggio in bicicletta tra Olanda e Belgio. Ultimo giorno, ultima cena in famiglia. 
Le lacrime che mi rigano il viso nonostante mi fossi riproposta di non piangere quando mia mamma mi dice: "Gennaio sembra lontano, ma il tempo che hai passato qua è volato. Sei diventa una figlia, una sorella, sei parte di noi. E purtroppo è tempo di salutarci ma non ti dimenticheremo mai." 
Ultimo hutspot mangiato, e si, se ve lo state chiedendo, l'ingrediente base sono patate. 
Ma quanto è strano? Tra 11 ore parto per Roma. A quest'ora,domani,sarò con la mia famiglia. 
Ma perché ora con chi sono? Non sono già a casa? 
Oggi, sul pedalò, vicino al fiume Maas, non ero con mia mamma e le mie sorelline? 
Raro, credo sia la giusta parola. Un po' nell'accezione italiana, nel senso che ho avuto una possibilità unica. Un po' in collegamento alla parola olandese "raar", perché non può che essere strano dover lasciare una casa e una famiglia, un posto che mi ha insegnato veramente tanto, su me stessa, sugli altri, su cosa conta nella vita e su come voglio essere, per tornare in un'altra casa, dalla mia famiglia, nella mia Italia, che mi ha visto nascere, crescere, ottenere soddisfazioni, tra cui questa, per la quale sarò sempre grata.



lunedì 27 giugno 2016

Parlando di attualità

Dite pure che ha vinto la democrazia, che il popolo ha trionfato contro questa Europa che molti vedono solo come un peso morto, un qualcosa di inutile  che non aiuta a far progredire i Paesi che ne fanno parte ma,anzi, li affonda sempre più.
Spero solo che abbiate visto i risultati di un tale referendum. Non le congratulazioni di estremisti nazionalisti, perché  di questo si tratta, ma le conseguenze che Brexit ha portato. Tralasciando il probabile effetto domino, mi riferisco al razzismo che questo referendum ha legittimato. 
Mi trovo ancora all'estero e non so esattamente cosa dicano o meno i giornali italiani, ma mi sono ritrovata a leggere un articolo inglese che riportava avvenimenti preoccupanti. Scritte razziste su muri, cartelli, persino magliette stampate. In breve dicevano  "fuori, fuori, fuori i vermi." O cose tipo "abbiamo vinto, adesso mandateli a casa."
Mi chiedo solo, visto che la storia è ciclica e tutti conosciamo gli effetti di una tale politica, che è pura demagogia, cosa aspetti l'Europa ad intervenire. Non tanto riguardo alle conseguenze politiche ed economiche a cui dovrà far fronte a seguito dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione, quanto a quelle,per così dire,sociali. Ho letto di immigrati, trasferitisi in cerca di una vita migliore in Inghilterra vent'anni fa, volere andarsene adesso perché impauriti dalle reazioni di quelli che sono,in fondo,loro concittadini. 
Passare un anno in un altro Paese europeo mi ha dato una visuale completamente nuova e diversa dell'Europa. Non penso che l'Unione Europea sia priva di colpe, credo anzi che ci sia molto da lavorare. Ma mi sono resa conto che per quanto ogni Paese sia diverso, con una cultura estranea alla nostra, facciamo fortunatamente parte di un continente che ci permette di circolare liberamente, e ci dona la possibilità di scoprire questi modi di vivere diversi dai nostri. 
Questa è una semplice riflessione che mi piacerebbe i miei "concittadini europei" facessero in seguito a quello che è successo. Perché vorrei credere che la storia non sia ciclica. Perché credo dovremmo utilizzare gli errori fatti per imparare e migliorarci, per essere migliori.
C'è una canzone dei Black Eyed Peas che descrive esattamente ciò che voglio condividere, si chiama "Where is the love?" e ve ne lascio una strofa qua sotto:
"But if you only have love for your own race
Then you only leave space to discriminate
And to discriminate only generates hate."

sabato 4 giugno 2016

Giorni: 288

Duecentottantotto . Duecentottantotto giorni che mi separano da quel 21 Agosto 2015, quando un po' triste ma super contenta sono partita alla volta dell'Olanda. 
Oggi sono qua e  mi sento un po' cambiata e rifletto su tutto quello che ho fatto, vissuto. Rifletto su tutte le piste ciclabili percorse, i canali costeggiati, gli stroopwafels mangiati, i mulini visitati e soprattutto sulla meravigliosa famiglia con la quale mi sono trovata a condividere questi sei mesi, intensi e bellissimi. 
Una delle tante cose che mi rende felice è il modo in cui mi percepiscono loro: "una ragazza sempre allegra, sempre con il sorriso." Così mi ha detto più volte mia sorella di dieci anni.
Questa descrizione non può che farmi pensare a come ho vissuto, invece, i primi quattro mesi, quattro mesi in cui ho imparato moltissimo su me stessa e sui tanti tipi di persone che ci sono al mondo. Quattro mesi in cui purtroppo,però, non sono stata felice. Ma adesso, a poco più di trenta giorni dal rientro in Italia non posso che sorridere per quello che mi è capitato. Certo, un po' di tristezza per non aver potuto vivere anche i primi mesi in questa, che adesso considero casa mia , la sento, ma mi racconto che tutto avviene per un motivo e che, se non fosse stato per la prima famiglia che mi ha scelto per venire a vivere in Limburg, non avrei mai potuto incontrare queste altre meravigliose persone. 
Vi voglio raccontare di questo weekend, più per mettere per iscritto ciò che è successo, così da poterlo rileggerlo negli anni futuri, che per raccontarlo al mondo. Ieri sera ho guardato assieme a mia sorella piccola il nuovo film The Jungle book, sul suo letto di legno, che ricorda una casa di montagna. Poi mi sono sentita chiamare dall'altra sorella, di tredici anni. Immaginatevi la scena: la sorella piccola ed io a vedere un film e l'altra sorella in camera sua per un pigiama party. Ecco, adesso pensate a tre ragazzine di tredici anni che vogliono provare i tuoi vestiti per fare una sfilata. Tu che sali di corsa in camera tua, non prima di aver finito di vedere il film con V., che non ti avrebbe mai lasciato andare e tornare giù con tre vestiti, gli unici che avevi portato con te e aiutarle a sistemarsi.
Un piccolo episodio che mi ha fatto sentire parte di loro, una vera sorella.
Oggi poi sono andata a prendere con V. un gelato per cercare di farle tornare il sorriso visto che era sempre arrabbiata perché l'altra sorella non la voleva intorno durante il suo pigiamaparty. 
Mentre biciclettavamo verso l'ijswinkel se ne è uscita con un :" Quando ti sposi mi devi mandare una cartolina eh!". "Se mai mi dovessi sposare riceverai l'invito!" le rispondo io. "Bello! Se ti sposi a Venzia..." dice lei. "Si, ma guarda che ci sono molte belle città in Toscana in cui sposarsi." "Ah okay, però poi devi prendere dei gattini o dei cani. Mi raccomando eh." 
Tralasciando il fatto che la cosa a cui ho pensato è stata: MA DOVE LE TROVA? , è stata una conversazione fantastica. Un po' mi ha fatto pensare a questo nostro preparasi a dividerci, un qualcosa che stiamo portando avanti senza dirci nulla, solo ogni tanto un "tanto vi vengo a trovare, e anche tu devi venire!" detto da parte mia. 

In conclusione stasera mentre stavamo salutando gli ospiti che sono venuti per un barbecue qua da noi , la mamma mi abbraccia e fa alla sua amica: "anche lei tra poco va via, sarà molto strano". 
Lacrime trattenute allora che ora mentre scrivo non possono far altro che rigare il mio viso. 
Perché certo che posso tornare a trovarli, certo che resteremo in contatto, ma non sarà mai come è adesso, non potrà esserlo.
E allora cerco di trattenere queste emozioni, di scriverle, per poterle ricordare, per poter anche solo un poco fermarle, chiuderle dentro al mio cuore.

martedì 17 maggio 2016

Riflessioni di metà Maggio

E' un bel po' di tempo che non scrivo su questo blog e non tanto perché non ne abbia avuto il tempo, quanto perché non ne ho sentito il bisogno. Ho passato queste ultime settimane a vivere le mie avventure, assaporando il tempo e cogliendo l'attimo prima che mi sfuggisse dalle mani. 
Ho visitato nuovi posti che mi hanno aperto di nuovo gli occhi sulla bellezza dell'Olanda, bellezza che d'inverno si era un po' incupita. 
Ho trascorso il mio primo Koningsdag (giorno del Re) vestita d'arancione, ballando musiche olandesi e non, circondata da olandesi euforici e non curanti del freddo e della pioggia. 
Ho visitato un'isola olandese, nel Mare del Nord ed ho pure fatto il bagno nell'acqua ghiacciata, con il vento tra i capelli, e in compagnia di un aquilone.
Sono riuscita a visitare Giethoorn, paesino aperto solo a pedoni, biciclette e barche ed ho potuto persino fare paddle surf nel lago che lo circondava, alle sei del mattino mentre il sole spuntava romanticamente all'orizzonte. Ciò che l'ha resa un'attività ancora più divertente è stato il fatto che sono caduta,  poco prima della fine, circondata dalle mie amiche.
Ho potuto camminare tra campi di tulipani dai colori vibranti che illuminavano i verdi campi infiniti dell'Olanda del Nord. 
Sono anche riuscita a visitare Groningen durante la mia wisselweek (settimana di scambio): un insieme di case olandesi inserite in una città piena di cultura, dove passato e presente convivono dando vita a una città attiva, viva. La presenza di strade strette e ricche di negozi tipici o un po' vintage, le case con il giardino interno e la tranquillità che si respira tra le migliaia di persone in bicicletta l'hanno resa una dell città universitarie olandesi più accogliente.
Oltre a tutto ciò ho potuto visitare anche una città fortificata nella provincia di Groningen, nella quale è possibile camminare su delle mura ricoperte di verde, tra il quale spunta ogni tanto un cannone risalente ai primi anni della città.
Il tour è poi terminato al campo di smistamento Westerbroek, nel quale è incominciato per molti ebrei e prigionieri olandesi il viaggio verso i purtroppo ben conosciuti campi di sterminio, seminati nell'attuale Europa dell'Est. Una visita che mi ha permesso di vedere le fondamenta delle baracche oramai distrutte nelle quali ha alloggiato anche Anna Frank.
Oggi poi sono tornata a scuola e tra le varie domande che mi sono state fatte con interesse dai miei compagni di scuola, quella della mia professoressa di inglese mi ha colpito più di tutti. La domanda è stata questa: "Oramai ti resta poco tempo qua con noi, ti mancheremo? Sicuramente a noi mancherai molto." Inutile dire che mi sono quasi commossa. E' un po' che ci penso a come sarà il rientro e non posso fare a meno di affermare che il dover partire mi rattrista molto, perché non dovrò solo lasciare persone che mi hanno accolto in famiglia come una figlia o una sorella, o altre che sono diventate amiche così importanti che mi resta difficile da credere che il prossimo anno non sarò con loro a condividere pause pranzo e fest di compleanno. Tra tutto c'è il fatto che dovrò anche lasciare la me che qua sono divenuta, la mia vita di qua, quella costruita durante il mio exchange,che mai potrò riavere indietro, per quante volte possa tornare a visitare questo Paese stupendo. 
Non credo che sia una cosa che possa essere compresa da molte altre persone, forse dagli altri exchange student, ma ognuno vive la cosa a modo suo e non si è mai tanto soli quanto quando si deve lasciare la propria nuova vita per tornare alla vecchia, che pure non sarà più uguale a prima.

mercoledì 23 marzo 2016

Lezioni di vita

Ci sono momenti che si portano dentro per sempre, eventi inaspettati che ti regalano le lezioni di vita più belle.
Uno magari si sente un attimo giù, o semplicemente è confuso da tutte queste emozioni mai provate fino ad ora o ancora è sopraffatto dalla bellezza che lo circonda o dalla gratitudine che prova.
E dopo sette mesi fuori casa si blocca un secondo pensando di non esser affatto cambiato, nonostante fosse proprio quello che volesse. O magari, invece, è cambiato così tanto da non riuscire nemmeno ad accorgersene. Non ancora, almeno.
Ci sono istanti che come dice Liga rimangono piantati lì, eternamente.
E poi ti accorgi che va così. Che la vita è fatta di questi momenti. Belli o brutti. Che ti cambiano e dai quali non torni più indietro.
Fortuna o destino ma la vita va avanti. Per pura e semplice sopravvivenza, grazie alla forza delle persone. Un anno fa circa ho letto un libro che parlava di resilienza. Un insieme di persone le cui storie mi hanno emozionata e colpita per la loro voglia di rimettersi in gioco, non facendosi abbattere dalle sfortune che la vita aveva loro riservato.
Uno ad un tratto potrebbe anche trovarsi faccia a faccia con queste persone o diventarlo lui stesso. E capire che queste persone non hanno niente di diverso dalle altre ma fanno una cosa che a pochi riesce: VIVONO. Non respirano, lavorano, lavano, cucinano e basta ma si godono la vita nelle più piccole cose. La apprezzano con tutte le difficoltà che offre, sempre con il sorriso sulle labbra.
E quando decidono di renderti partecipe di ciò che le ha rese così umane diventi umano anche te e ti rendi conto a poco a poco di quanto tu debba ancora imparare. Ma senti anche che sei sulla via giusta. Perché non vuoi più cambiarti, ma accettarti, che forse è la cosa più difficile che tu possa fare.
Uno può trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato, ma può anche accadere che questo permetta poi a qualcun altro di capire invece che non è mai stato in un posto più giusto e al momento più giusto di quello. Penso che esista quindi una sorta di effetto farfalla, ma che esso non sia un qualcosa che porta puro e solo cambiamento ma anche un modo di riequilibrare il tutto.

mercoledì 24 febbraio 2016

Top 100 International Blogs

http://en.bab.la/news/top-100-international-exchange-experience-blogs-2016

Thanks to everyone that voted for me! 11 out of 100, I think it's a good result!

domenica 14 febbraio 2016

Primo viaggio in solitaria: Bruxelles

Sono sul treno di ritorno, pronta, per così dire, a iniziare da domani  una nuova settimana di scuola.
Mi sono portata via una moltitudine di impressioni e profumi e la città di Bruxelles con la sua bellissima Grand Place e le piccole strade ognuna diversa dall'altra occupa già un posto nel mio cuore.

Il primo pensiero arrivata nella capitale belga in stazione centrale è stato scaturito da un profumo, quello di wafels o gaufres come li chiamano in francese che ti invitava ad esplorare la città.

Tra le Saint-Hubert Galleries in cui ammirare dalle vetrine le più belle e invitanti opere di cioccolato di Godiva o Marcolini e le strade strette su cui si affacciano ristoranti di tutte le culture, ma anche pub come il Delirium,che offrono le numerosissime birre belghe,non si può che respirare un aria magica. 
Ti trovi nel cuore dell'Europa e le più differenti lingue che si sentono parlare non fanno altro che confermare questo fatto: spagnolo, italiani, portoghesi, belgi fiamminghi e francesi. Una moltitudine di culture che accrescono la bellezza di questa città. 

Il museo di Magritte e delle Belle Arti è assolutamente da vedere. Con lavori di artisti come Rubens e quelli surreali di Magritte coniuga perfettamente la modernità e l'esagerazione retrò di Bruxelles.


Da non perdere poi le scalinate che portano a questi musei che permettono di vedere il centro della città dall'alto, vista della quale non ci si può mai stancare.
Questa città è stata per me anche un luogo di incontri, con altri exchange presenti e passati e con la mia amica Alice che ha trascorso tre mesi in Olanda. 
Ho passeggiato anche per  Louvaine-La-Neuve,una cittadina universitaria nata abbastanza recentemente che ha la caratteristica di avere le case costruite completamente in mattoncini. 
Il Sabato, invece, siamo andate a vedere la Vrij universiteit van Brussel per un nuovo corso in inglese che inizierà il prossimo settembre.
Un weekend un po' stancante ma bello e ricco di novità, che non fa altro che crescere la mia nuova consapevolezza europea e la mia felicità di trovarmi qua, così vicina a tutto ma sempre con qualcosa di nuovo da fare e scoprire.


sabato 30 gennaio 2016

In het midden, a metà strada.

Vandaag is een belangrijke daag. Ik ben in het midden van mijn uitwisseling jaar. Er zijn 162 dagen dat ik in Nederland-Belgie wonen en ik heb nog meer 162 dagen voor in Italië terug gaan.
Ik heb veel dingen gedaan en soms Nederlandse steden geweest. Ik ben blij voor deze kans en ik wil denken alle mensen dat hebben mij geholpen: met de taal, voor mijn vrienden en vriendinnen zijn, voor mijn familie zijn. Ik graag de meest van dit ervaring maken. 
Ik heb van mijn zelf, mijn cultuur veel geleerd! 
En ik hoop dat de volgende 162 dagen rijk van meer avonturen zijn! 

Siamo arrivati a metà percorso, sono passati 162 giorni da quel volo per Amsterdam e ne mancano altrettanti prima di tornare a Schipol per riprendere l'aereo. La cosa un po' mi spaventa, in senso buono, però.
Questi mesi sono stati come dilatati, sembra che siano passati anni da quando ho lasciato casa mia. E una parte di me non vede l'ora di vedere cosa è cambiato o cosa è rimasto uguale, in Italia. L'altra però non vuole tornare, terrorizzata all'idea di dover lasciare per sempre questa nuova vita, costruita con tanto impegno! Ma credo che la cosa che più mi preoccupa, da persona che pensa troppo, quale sono, è di dover trovare un modo di bilanciare queste due vite al mio rientro. Sarà allora che capirò quanto questa esperienza mi sia servita a crescere e spero grazie a tutte le emozioni provate ed esperienze vissute di riuscire a trovare un modo per fare di tutto questo un punto da cui ripartire ancora più forte e motivata! 

Ieri mi sono ritrovata a leggere un post di un'altra ragazza exchange che parlava proprio di questo e che penso descriva al meglio le sensazioni di questo momento.
“So che è difficile da capire e soprattuto da accettare, dopo tanti mesi fuori, e soprattutto dopo tanta esperienza fatta così lontano da casa. Luoghi, persone “comuni” che rendono felici le nostre vite. Però col passare dei giorni ti renderai conto che in realtà, ricominciare quella vita che hai lasciato sei mesi fa, quando con lo zaino sulle spalle sei partita per questa avventura.. Non è altro che un modo automatico per sopravvivere. E’ difficile trovare il cardine che unisca e renda vive le due esperienze, le due vite divise che si sono impadronite di ciò che sei, della tua persona. Non vuol dire che questa esperienza abbia segnato, modificato, cambiato solo te. Ma anche le persone che ti stanno intorno e fanno parte della tua vita, anche se non ci credi, questa esperienza avrà sicuramente cambiato e modificato nel profondo anche loro. Non te lo scordare. Anche se forse oggi non hai la possibilità di vederlo con i tuoi occhi, sicuramente hanno imparato tanto, o di più.

E’ solo che non c’è un nesso.. Un elemento che possa servirti a combaciare i due mondi. Semplicemente non esiste. Se esistesse chissà che mondo bellissimo e in armonia sarebbe! Devi prendere gli aspetti migliori di quell’esperienza e farne tesoro. Sia per costruirti un futuro nel quale, l’idea, la filosofia, di ciò che hai vissuto venga conservata. O sia semplicemente per passare parola. E lasciare le porte aperte, dipenderà solo da te, dalla tua volontà, dal tuo desiderio che questa possibilità esista. Può essere un buona soluzione per continuare a godersi quell’allegria e l’energia che ti hanno regalato quei giorni. E perché no? Contagiarla in tutti gli abiti della tua vita, se lo vorrai.

Io, penso che solo col passare del tempo, con i giorni che scorrono, verranno a galla ogni volta di più, le cose che hai imparato con la distanza. E in più, la ricchezza che quest’esperienza ti ha portato. E soprattutto, sono convinta che con l’aiuto della routine quotidiana dei tuoi giorni qui, da dove sei partita, troverai le fondamenta per renderti conto di tutto ciò che hai vissuto. E perché no, anche delle possibilità future.

Non angustiarti o spaventarti.. è così che funziona. In parte, è la stessa esperienza che vivono milioni di persone come me. Divise tra corpo e anima, per terre, persone, momenti, odori e immagini che ci hanno reso felici. Che ci appartengono. Ma alle quali noi, già non apparteniamo più. Non perché le abbiamo abbandonate, semplicemente le abbiamo fatte nostre e le portiamo dentro. Ci accompagnano dove vogliamo arrivare. Perché hanno formato parte di noi stessi.. Di quello che siamo.”


giovedì 28 gennaio 2016

Lettera a Manu

Caro Manuel,
Oggi ti ho visto per la prima volta. Certo non di persona, ma con un apparecchio simpatico che sono sicura imparerai ad usare ancora prima di me. Un po' in Mondovisione, e ci tengo a sottolineare questo soprannome perché devi conoscere il cantante che, perché no, un giorno magari andremo a vedere assieme.
Eri lì con la tua tutina, in braccio ai tuoi radiosi genitori, che dormivi beato, stiracchiandoti di tanto in tanto quando ti accorgevi che parlavamo di te. 
Un frugoletto che mi ha fatto emozionare. 
E niente, mi sembrava giusto, caro cugino,dirti di goderti la pacchia, fin che dura, perché poi crescendo le cose si faranno un po' più complicate. Avrai da scalare le montagne e probabilmente cadrai più volte, ma quando ti alzerai e riuscirai a camminare, passo dopo passo, inizierai a capire quanto è bello il Mondo. E quanto valga la pena vederlo. 
Perciò prendi questi consigli da una cugina quasi maggiorenne, che già ti vuole un sacco di bene:
cerca di vivere la vita come viene, amala e non prenderla né troppo né poco sul serio.
Sii orgoglioso di ciò che sei, ma non troppo da renderti arrogante.
Segui i tuoi i sogni e non farti mettere i piedi in testa da nessuno,mai. 
Viaggia ed esplora più che puoi, conosci nuove persone, nuove culture.
Beh, sei già fortunato di avere due genitori internazionali e sarai bilingue. Ti faranno arrabbiare e tu farai arrabbiare loro, ma ricorda che ti vogliono bene e faranno sempre del loro meglio per renderti felice.
Sei un "canarino" con famiglia spagnola e italiana.
I nonni che ci troviamo a condividere sapranno darti tutto l'affetto che vorrai. Sappi che nonno sarà uno un po' chiacchierone, ma così non ti annoierai mai! E ora che ti scrivo mi viene in mente anche che si emoziona facilmente, tratto che io ho ereditato a pieno, chissà tu, che caratterino avrai! A nonna invece dobbiamo farla un po' rilassare, sempre indaffarata che a volte si dimentica di pensare un po' a sé. E preparati a vederla nascondersi per evitare le foto, lei, che è la più fotogenica di famiglia! Ah, preparati pure ai pranzi, mi raccomando! Un qualcosa di così speciale che capirai solo quando sarai in grado di provare.
Potrai contare sicuramente anche sui tuoi zietti, che già non vedono l'ora di vederti.
Buona fortuna per quello che ti aspetta piccoletto! Fai il bravo y disfruta la vida.
Un abbraccio grande, da una ragazza avventurosa che spera di poterti passare un po' di entusiasmo,così come ha fatto con me quello che adesso, con te, è diventato un babbo meraviglioso.


27 Gennaio 2016- Giornata della Memoria

"Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici..."
Il giorno della memoria non è nato solo per ricordare le vittime dell'Olocausto, che tengo a ricordare non furono solo ebrei. Il giorno della Memoria è nato, invece e soprattutto per ricordare ciò che è avvenuto al fine di non ripeterlo.
Vi deve essere sfuggito qualcosa, dunque, dato che ogni giorno centinaia di migranti abbandonano i loro paesi di origine per un'effimera possibilità di trovare una vita migliore (sempre che riescano a sopravvivere al viaggio)  e trovano davanti a se un filo spinato che vieta loro di entrare. 

Per non parlare del fatto che tra i deportati nei campi di concentramento c'erano anche molti omosessuali. 
La situazione oggi nel mondo non mi sembra affatto cambiata,e anche in Italia, uno dei pochi paesi europei rimasti a non aver approvato le unioni civili si continua a discriminare persone per il loro orientamento sessuale. 
Quindi non ricordiamoci delle vittime solo oggi, commemorando il passato, ma pensiamo a quelle di ieri, di stamani e di domani. Loro possono ancora essere aiutati. E le cose possono ancora cambiare. Sentirsi a posto con la propria coscienza per aver pensato agli ebrei oggi è esattamente quello che persone come Primo Levi avrebbero voluto evitare. Certe cose non devono succedere mai più. Era questo l'intento di chi ha scritto sulla guerra. 
Aprite un po' quelle menti che tanto si affannano nel giudicare basandosi su pregiudizi inutili.
Perché alla fine,altrimenti,che cosa vi distingue dai nazi-fascisti che invece oggi con tanto fervore disapprovate?

mercoledì 20 gennaio 2016

Cosa significa essere un exchange? Novità dall'Olanda

Che cosa significa essere un exchange?
A volte mi fermo a pensarci. In fondo adesso questa vita è diventata la mia, tutto ciò che prima era novità ora è abitudine, certo ogni giorno può succedere qualcosa di nuovo, ma sono gli imprevisti e le piccole avventure che capitano ovunque sei, che fanno parte della vita. 
Però se mi chiedo cosa significa per me essere qua, in una scuola olandese e abitare adesso in Belgio, una sola parola mi viene in mente: mutamento.
Perché sono in continuo cambiamento, di personalità, di carattere e soprattutto di umore. Un momento sono felicissima e quello dopo sono triste. Prima penso "ma perché ho lasciato tutto ciò che avevo di bello per venire a stare qua in questo posto sempre piovoso e freddo?" e poi invece piango all'idea di dover lasciare tutto ciò che ho costruito qua. 
Quando leggevo quelle frasi classiche da exchange come "non è un anno nella vita ma una vita in un anno.", pensavo che erano tante frasi fatte belle ma che poco esprimevano tutte le emozioni che mi attraversavano. Però ora capisco cosa significa quella frase. Vuol dire che se sei abbastanza bravo da metterti in gioco puoi trovare un'altra vita o più di una ovunque tu viva. Se ti apri al cambiamento proverai sensazioni di cui prima non sapevi nemmeno l'esistenza. 
Certo, mettersi in gioco significa anche accettare il rischio di cadere e di farsi pure male. Ma dobbiamo sempre rialzarci e andare avanti, è l'unico modo per vivere davvero, non soltanto sopravvivere.
Di novità ne ho molte: ho cambiato famiglia, cittadina e pure Stato. Eh già, mi sono trasferita a Kaulille, in Belgio. La scuola è la stessa, solo un po' più lontana adesso! Sono circa 36 km di bici al giorno, ma ho una nuova bicicletta in stile olandese, con i freni nei pedali e piano piano mi abituerò anche a dover pedalare per due ore al giorno.
In questi giorni è nevicato, e il paesaggio è stupendo. Fa anche molto freddo, ieri ad esempio era -10. Per fortuna con mia sorella ospitante siamo andate in macchina! 
Per il resto procede tutto bene, ho i weekend impegnati tra compleanni e eventi di Afs (tra meno di un mese abbiamo il test di lingua). La scuola continua tra progetti e presentazioni, test di listening di inglese e francese e lezioni in laboratorio. Sono quasi a metà esperienza, domani, 21 Gennaio saranno 5 mesi qua in Olanda... Ancora altri sei da sfruttare al massimo per imparare una lingua e una cultura completamente diversa dalla mia.
Tot ziens vrienden en vriendinnen! 



venerdì 8 gennaio 2016

Anno nuovo, vita nuova?

Io lo so che ho fatto un sacco di errori, che tanti ne continuerò a fare. E non perché sono giovane, ma perché sono un essere umano. Da molti imparerò delle lezioni di vita: di chi posso fidarmi, come devo comportarmi. Altri sarò destinata a ripeterli, perché magari una volta non mi è bastata. 
Ma questo era lo scopo no? Il Mettersi in gioco. 
E se c'è una cosa in cui credo di esser migliorata durante questi quasi 5 mesi è il riuscire a vedersi sotto un'altra prospettiva. È il riuscire ad ammettere i propri errori, a dargli dei nomi. 
Io non sono perfetta, non lo sarò mai. Ma ora capisco che nemmeno devo esserlo. Perché ciò che mi rende me stessa sono certamente i miei pregi, ma pure i miei difetti. 
E mentre penso che stia iniziando ad accettarmi per come sono, con tutte le mie sfaccettature,allo stesso tempo mi rendo conto di quanto alcune persone invece debbano essere allontanate. 
C'è chi durante questa prima parte della mia esperienza ha cercato di farmi sentire sbagliata, chi me lo ha detto in faccia, e sebbene un po' ci sia riuscito a demoralizzarmi, a farmi sentire una persona che non credevo che non voglio essere,mi ha aiutato a crescere. Perciò grazie di avermi aiutato nell'affrontare anche questa parte di me stessa. Dalle critiche fondate si riparte per migliorare, da quelle infondate invece si capisce chi non si vuole mai diventare.
Inizio pian piano a credere in me stessa, non come studente, come figlia o come la definizione di qualcosa. Inizio a credere in me come persona, essere vivente che ha ancora tanta strada da fare, tante salite da percorrere e errori da commettere, ma sempre cercando di non ferire nessuno e volendo sempre migliorare.
Un po' di tempo fa mi scrissi questa frase: "Le notti insonni, per quanto si portino dietro molto stanchezza sono quelle che ci permettono di capire perché esistiamo e cosa vogliamo dalla vita."
Adesso spero di poter mettere in atto i miei pensieri, e darmi nuove opportunità e nuovi inizi.